Emotional Landscape (bernynavigator voyage) - n°20 tavole Dimensioni: 35.5x51




















..In passato mi recavo con frequenza nei territori agrari a cavallo fra l’Alta Murgia e la Fossa Bradanica. Alla ricerca del silenzio assordante dei luoghi-non luoghi e dei casali abbandonati dell’exRiforma Fondiaria. Il senso dell’abbandono, la corrosione dei segnali stradali arrugginiti divenivano per me segnali poetici da rivalutare. Colgo l’occasione di contribuire alla ricerca storica svolgendo un’analisi storico urbanistica sul territorio di Lavello(Pz) che diviene oggetto di studio per la mia tesi di laurea. Molti miei dipinti tendono a mettere in relazione l’identità e la vocazione agraria, gli aspetti della storia del paesaggio rurale e la curiosità della scoperta sollecitando ad una lettura visiva che vada aldilà degli stereotipi…. ( Bernardo Bruno). Dal 1997 Bernardo Bruno, architetto-artista, è Bernynavigator, pseudonimo che gli permette di riassumere in una parola la sua vocazione cartografica e topologica. Perché la mappa è il suo luogo: mappa e metamappa, descrizione e racconto del territorio, censimento e narrazione, presa di possesso dello spazio ed emozioni sinestetiche, necessità di ..ridisegnare la geografia mentale dell’io… Così Bernynavigator, già nei primi anni del 2000, con le sue chine e i suoi acquerelli, ridisegnava i percorsi labirintici dei suoi viaggi, reali ed immaginari, un walk-work in progress, un camminare osservando il paesaggio e i propri pensieri, un flaneur moderno, privo della sua centralità, che si perde nella complessità dei luoghi e delle mappe per conoscere e trovare se stesso. I suoi disegni sono metafore di luoghi mentali e reali, reti e grovigli di esperienze in cui osservazione e dettaglio si fondono con visione e immaginario. La scrittura esatta si perde nel caos, nell’organico perché, come diceva Calvino, ..noi guardiamo il mondo precipitando dalla tromba delle scale..: occorre liberarsi dal groviglio dei luoghi e della storia subiti passivamente, contrapponendo loro la costruzione di un groviglio conoscitivo, il cui topos non è solo quello geografico, ma soprattutto quello del proprio io. Di qui l’immersione nel caos, nell’organico, ridisegnando la geografia mentale dell’io, asimmetrica, labirintica, organica, silicea e leggera. ..Si inizia dalla fine e la fine non ha mai inizio.. scrive infatti Bernardo, con la fluidità della sua penna, laddove la scrittura si fa immagine e viceversa, in uno scorrere lento, come un fiume in piena, in cui le parole si mescolano al disegno e ai colori del paesaggio, dei campi, dei corsi di acqua, delle greggi che scorrono, appunto, lente, sulla via dei tratturi. Un paesaggio agrario, in orizzontale, dove i segni della storia- atti catastali, antiche planimetrie, fogli di agrimensori, i documenti degli archivi storici, i monumenti architettonici, le masserie, elenchi di principi e proprietari, nomi di poste, si fondono con leggerezza: ..Sistema pecora…Posta di Scarabattoli…Tratturellando…Il racconto di una pecora nera…Elogio dell’Agrimensura… Mitico viaggio sulle vie della transumanza… e così via. Perché la scrittura forse supera l’immagine e, come in un palinsesto, l’osservatore è invitato a leggere più che a vedere, scoprendo frasi e pensieri, a metà tra storia e immaginazione, tra descrizione e sensazioni, odori, suoni…Il suono organico dello zoccolo sul selciato…Iperstimolazioni sensoriali… Nuovi paesaggi emozionali…Noi siamo segni bidimensionali, antigeometrici.. Ecco la chiave di lettura: Uno scambio di informazioni orizzontali…Noi siamo segni bidimensionali, antigeometrici… Ibrida genera ibrida. Dal pensiero nomade al pensiero fluido, il viaggio di Berny per ora si è fermato tra Palazzo San Gervasio e Barletta. Le 20 tavole raccontano la sua storia, mescolano ricordi, studi, viaggi, letture affetti: la sua tesi sul territorio di Lavello, l’agrimensura e il paesaggio agrario, Calvino e Kafka, Greenaway e Wenders, Dubuffet e Mirò, Piranesi e Klee, i suoi genitori, i suoi amici. Ma il pensiero fluido non si ferma. I racconti –mappe di Bernynavigator si muovono verso sguardi nuovi , leggiamo infatti ..Smart city…Agrocities: perché le sue sono psicogeografie che permettono non solo di offrire un excursus storico e architettonico, ma hanno in sé riflessioni anche politiche e sociali che guardano a necessità future del territorio, alla necessità di superare l’abbandono di un patrimonio culturale e paesaggistico. Il surreale Berny, il “Pierrot Lunaire” lucano, da anni lavora con l’Ossevatorio Migranti Basilicata ad un progetto interregionale volto alla valorizzazione e riutilizzazione dei borghi rurali della Riforma Fondiaria degli anni ’50. Lungo le vie che fiancheggiano il Basentello, la piana di Venosa, il fiume Ofanto, tra la provincia di Potenza, Bat e Bari, sorgono tante costruzioni in pietra di borghi rurali edificati durante i piani di bonifica degli anni ’50. La loro ristrutturazione e il loro riutilizzo per i lavoratori stagionali comunitari e non, che abitano i luoghi per la raccolta del pomodoro, costituisce il principio primo del progetto Agrocities Social Housing, le città dell’abitare collettivo, architetture per l’emergenza, alberghi sociali, alloggi e strutture per l’inclusione sociale. Possiamo allora vedere i disegni di Bernynavigator come parte di una narrazione collettiva di luoghi umanizzati ed emotivizzati. In qualche modo un ritorno della vita nella mappa, e della mappa nella vita. Segni che interagiscono con la storia dello sviluppo e delle proprietà, delle infrastrutture e del lavoro,segnalando anche le condizioni dei lavoratori, gli sviluppi delle abitazioni. Segni emersi da documenti economici, storici, letterari,artistici, architettonici, fotografici,filmici, per mostrare come siano cambiati il territorio e le condizioni di vita, ma inclusivi di storie, emozioni, colori,sensazioni, suoni, odori…pensieri critici per il cambiamento. …Transumando le pecore giungono a destinazione…Si inizia dalla fine e la fine non ha mai inizio…. Maggio 2013 Mirella Casamassima

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